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Un inestimabile tesoro sotto i piedi dei milanesi: l’acqua

Come si configura il vissuto quotidiano dell’acqua nella generazione Zeta? Lo scopriamo con le interviste a una classe dell’Istituto Rizzoli  di Milano,  che inizia  il suo percorso di ricerca con un webinar in cui incontra  l’acqua che non si vede ma che ogni giorno entra sulle tavole dei cittadini e  quella che si  nasconde nelle falde sotterranee per dare vita alla città.

Le interviste ai ragazzi dell’ Istituto Rizzoli realizzate da Mondohonline sono ora pubbliche sul canale Youtube di MHO: il link è il seguente: https://www.youtube.com/watch?v=PEh4SmVwlrE&t=1s

 

L’intervento di  Laura Scesi (*) – Webinar 14 dicembre 2021

Le acque che si trovano nel sottosuolo e che derivano dall’infiltrazione delle piogge, dalla fusione delle coltri nevose o dalle perdite dei corsi d’acqua superficiali, costituiscono una risorsa indispensabile per la sopravvivenza delle specie viventi. Sul totale di acqua dolce, che rappresenta solo il 2,5% dell’acqua presente sulla Terra, le acque superficiali costituiscono una percentuale minima, mentre le acque sotterranee sono preponderanti. Ecco quindi che la gestione, lo sfruttamento e la salvaguardia delle risorse idriche sotterranee sono di vitale importanza per tutti noi.

Le acque sotterranee si organizzano in corpi idrici aventi caratteristiche differenti a seconda della natura dei terreni entro cui scorrono:

  • Nelle rocce le acque scorrono prevalentemente lungo discontinuità (fratture, faglie, ecc.) o lungo condotti e cavità (se le rocce sono interessate da fenomeni carsici).
  • Nelle terre sciolte le acque vanno a riempire i vuoti presenti tra un granulo e l’altro.

Acquiferi e falde

 Le acque superficiali si infiltrano in profondità nei terreni e nelle rocce, con un movimento a componente prevalentemente verticale, facendosi strada tra i granuli o lungo le discontinuità. Quando tali acque incontrano una superficie impermeabile, che ne arresta il movimento di discesa, si forma una zona detta di “saturazione” (S). In tale zona i vuoti vengono tutti riempiti dall’acqua e il movimento a componente verticale si riduce quasi completamente.

La superficie di separazione tra la zona satura e quella non satura è detta “livello piezometrico o superficie piezometrica”.

I terreni saturi d’acqua all’interno dei quali avviene il deflusso sotterraneo vengono denominati acquiferi, mentre il termine falde viene riservato alle acque che vi circolano.

Gli acquiferi vengono classificati in liberi o in pressione e il medesimo nome viene attribuito alle falde in essi contenute.

L’acquifero libero è limitato inferiormente da un substrato impermeabile e la falda può liberamente oscillare in funzione delle condizioni di alimentazione.

L’acquifero in pressione è limitato inferiormente e superiormente da setti impermeabili continui attraverso i quali non avviene filtrazione d’acqua e l’acqua in esso contenuta è in pressione.

Pertanto, perforando un pozzo in un acquifero in pressione l’acqua risalirà al di sopra della base del setto che impedisce il libero innalzamento della falda, mentre nella falda libera il livello piezometrico coincide con il livello della falda.

Gli acquiferi e le falde di Milano

Milano si trova al centro della Pianura alluvionale Lombarda tra i fiumi Adda e Ticino. Una pianura alluvionale è formata dai sedimenti trasportati e depositati dai corsi d’acqua che la percorrono nel corso del tempo.

Nella parte dell’alta pianura prevalgono i sedimenti grossolani ghiaioso-sabbiosi, mentre man mano che ci si sposta verso Sud diventano più frequenti le lenti limoso argillose e le sabbie prevalgono sulle ghiaie. Nei sedimenti che costituiscono la pianura alluvionale si trovano le falde acquifere.

Nella Fig. 1 sono riportati: a sinistra, i diversi Gruppi acquiferi (e le diverse tipologie di falde) presenti nel sottosuolo di Milano; a destra lo spaccato di un terreno dove si vedono le lenti di limo e argilla e i livelli ghiaioso-sabbiosi.

La falda acquifera scende da Nord a Sud seguendo l’andamento della superficie topografica, ma con minore inclinazione. Quindi poco a sud di Milano è prossima alla superficie del terreno e può emergere naturalmente (risorgive) o artificialmente (fontanili).

 

 

 

                                 

Che cosa succede alla falda quando prelevo acqua da un pozzo?

Quando si preleva acqua da un pozzo, la superficie piezometrica comincia ad abbassarsi e forma una depressione il cui centro è il pozzo stesso. Man mano che il pompaggio procede, il livello dell’acqua si abbassa sempre di più e la depressione si estende arealmente a forma di cono, richiamando acqua da punti lontani dell’acquifero (Fig. 2).

Che cosa succede quando si butta la spazzatura sul terreno?

 

I materiali nocivi, che si depositano sul suolo, vengono assorbiti dal terreno e tramite le infiltrazioni dell’acqua raggiungono le falde acquifere, inquinandole (Fig. 3).

Il tipo di inquinamento idrico può essere di natura chimica, fisica o microbiologica e le conseguenze possono compromettere la salute della flora, della fauna e dell’uomo, nuocendo all’ecosistema e alle riserve idriche per uso alimentare. 

Conclusioni

Come si è visto, nel sottosuolo è presente una riserva d’acqua dolce indispensabile per la sopravvivenza della specie umana. Questa riserva è però molto «fragile» e il suo equilibrio precario:

  • Si può inquinare facilmente, a causa dei nostri comportamenti sconsiderati.
  • Si può esaurire se prelevata in grande quantità.

 

Link al videointervento: https://www.youtube.com/watch?v=ZJQplMe3ntw&t=3579s

 

 

(*) Professore Ordinario di Geologia Applicata presso il Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Ambientale, Infrastrutture Viarie e Rilevamento, Politecnico di Milano

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