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I due mondi nascosti dietro ad 1 euro

Come si configura il vissuto quotidiano dell’acqua nella generazione Zeta? Lo scopriamo con le interviste a una classe dell’Istituto Rizzoli  di Milano,  che inizia  il suo percorso di ricerca con un webinar in cui incontra  l’acqua che non si vede ma che ogni giorno entra sulle tavole dei cittadini e  quella che si  nasconde nelle falde sotterranee per dare vita alla città.

Le interviste ai ragazzi dell’ Istituto Rizzoli realizzate da Mondohonline sono ora pubbliche sul canale Youtube di MHO: il link è il seguente: https://www.youtube.com/watch?v=PEh4SmVwlrE&t=1s

 

L’intervento di Giuseppe Santagostino (*)  – Webinar 14 dicembre 2021

L’oggetto è lo stesso, l’acqua potabile, il prezzo pure, 1 euro, cambia solo la quantità: una bottiglietta da mezzo litro presa da un frigorifero all’Autogrill e 1000 litri usciti dal rubinetto di casa; la differenza diventa un po’ meno eclatante se prendo l’acqua in bottiglia al supermercato, dove la quantità da mezzo litro arriva a tre euro, ma resta un’evidente sproporzione che richiede di conoscere i due mondi produttivi retrostanti.

L’acqua in bottiglia arriva da una fonte posta lontano da tutto e proprio  la lontananza gioca spesso un ruolo fondamentale nella commercializzazione perchè l’acqua è oggetto ingombrante, povero, pesante  e incomprimibile e proprio il contenitore con cui viene trasportata racconta almeno la metà della storia scritta dietro al prezzo finale.

Tutta l’acqua, sia quella in bottiglia che quella del rubinetto, non deve toccare l’aria prima di arrivare a noi, altrimenti deve venire clorata perchè il contatto con l’aria, specie se si prolunga, introduce un  possibile elemento batterico che nell’acqua potabile per convenzione non dev’esserci.

Dunque alla fonte l’acqua, senza entrare a contatto con l’aria, deve venire imbottigliata, ovvero deve trovare pronto uno stabilimento attrezzato, dei magazzini riparati dal sole e dei capienti mezzi di trasporto, che a loro volta la recapitano in altri magazzini riparati dal sole presso i distributori, che faranno poi avere le confezioni a supermercati, negozi o mense.

Oltre all’aria, il secondo nemico dell’acqua  è infatti il sole sia perchè la presenza della luce incrementa la quantità dei temuti batteri, sia perchè il contenitore prevalente oggi, dopo decenni di uso del vetro, materiale nobilissimo e riciclabile ma assai scomodo, è la bottiglia in PET (polietilene tereftalato), materia plastica derivata dal petrolio che, come tutte le plastiche, è fotosensibile e si altera se esposta.

Dopo aver riconosciuto il prezzo di concessione della fonte al Comune dove questa sgorga, dopo aver costruito uno stabilimento moderno di imbottigliamento, dopo aver portato le bottiglie il più lontano possibile concessomi dal prezzo di vendita, devo ancora pagare il consorzio che smaltirà la plastica delle bottiglie e ne ritornerà una parte per farne delle nuove (non posso usare troppo materiale riciclato nei contenitori per alimenti), mentre il quantitativo residuale finirà a realizzare altri contenitori o altri oggetti di uso quotidiano.

Se ci sommo il frigorifero dell’Autogrill o il banco del Supermercato ecco spiegato l’euro del mezzo litro e quello dei due litri.

Più difficile è capire come possano costare solo 1 euro i mille litri che escono dal rubinetto dei milanesi. In realtà dovrebbero costarne almeno 2, secondo le stime sui servizi idrici integrati (acquedotto e fognatura) europei emerse durante un interessantissimo convegno di due anni orsono; ma Milano, grazie ad una programmazione lungimirante e alla disponibilità di acqua a livelli assai elevati nel proprio sottosuolo, ha costi assai contenuti di prelievo e distribuzione.

Il costo dell’acqua del Sindaco è infatti un mix tra costi infrastrutturali (pozzi di prelievo, impianti di potabilizzazione, stazioni di pompaggio, rete distributiva, sistema di contabilizzazione e poi linee fognarie e impianti di depurazione) e costi vivi, principalmente la corrente elettrica delle pompe che da noi fanno poca fatica ed hanno una grande platea di consumatori in un’area densa: se poi le infrastrutture sono state realizzate in modo oculato, come nel caso dell’area milanese, ecco che le quote di ammortamento sono già state spesate e non entrano nel conto.

Tra queste infrastrutture indistruttibili c’è pure il nostro sistema fognario misto progettato dai Romani (quelli antichi) e poi migliorato dai Milanesi sino alla grande sistemazione di inizio Novecento. Le due reti (acquedotto e fognatura) mostrano così costi irrisori ma nascondono a loro volta due costi occulti:

  • Per far funzionare gli apparecchi civili e industriali che non richiederebbero acqua potabile noi siamo invece costretti a sacrificare le acque nobili perchè non abbiamo un sistema di acque duali come richiesto dalla nostra legge (152/2006)
  • La fognatura mista lega in un abbraccio mortale il sistema fognario e quello fluviale, proprio grazie alla stretta integrazione dei due imposta dal sistema romano, mai abbandonato: per questo noi siamo costretti a depurare non solo tutta l’acqua, anche quella pulita, ma a farci carico anche dell’acqua di falda emunta per evitare che metropolitane e parcheggi vengano allagati e che, invece di finire in fognatura per essere poi depurata come accade oggi, potrebbe diventare la nostra acqua duale risparmiando le falde profonde.

I due sistemi produttivi delle acque minerali e di quelle del Sindaco nascondono mondi meravigliosi e costi che è bene conoscere perchè sono quelli che determinano poi le nostre spese quotidiane: nascondono entrambe dei costi nascosti con i quali prima o poi dovremo far di conto.

 

Link all’intervento: https://www.youtube.com/watch?v=ZJQplMe3ntw&t=4851s

 

(*) Imprenditore, Milano

 

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