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ARPA Lombardia: sentinella del territorio

Intervento di Michele Camisasca, Direttore Generale ARPA Lombardia

Dal Convegno ‘Nuove resilienze metropolitane dalle patologie ed emergenze dell’acqua’ – Mondohonline, 22 marzo 2018

A tutti gli intervenuti un saluto, e un grazie all’Ufficio del Parlamento Europeo presso la nostra città, che ci ospita.

Iniziative come queste non possono che vedere un grande plauso da parte dei soggetti istituzionali chiamati dalla legge a fornire conoscenza proprio su questi temi dell’ambiente, ma non in modo superficiale. Ci occupiamo di acque superficiali, ma anche di acque sotterranee, in modo approfondito.

ARPA,  Agenzia Regionale per l’Ambiente, ha infatti il compito di fornire conoscenza e informazione su tutte le matrici che costituiscono il nostro ambiente e probabilmente l’acqua è quella che impegna di più. Tante volte si sente parlare di ARPA per via della questione dell’aria e di PM10, almeno in certi periodi dell’anno: si discute se uno può uscire con l’automobile o meno, a che cosa deve fare attenzione. La qualità dell’aria diventa un tema da prime pagine dei giornali o dei telegiornali.

Sulla questione dell’acqua invece siamo chiamati ogni giorno a lavorare sia per l’attività di monitoraggio delle acque sia per l’attività di analisi, un impegno veramente importante. Noi sappiamo che la Lombardia è una regione ricca di acque: contiamo circa 700 corpi idrici fluviali, più di cinquanta invasi lacustri, per quanto riguarda i corpi idrici superficiali;  ma abbiamo anche quasi trenta corpi idrici sotterranei,  21 falde acquifere da monitorare. 

Questo per ARPA Lombardia vuol dire oltre 400 punti di monitoraggio quantitativo e circa 500 punti di monitoraggio qualitativo, tutti dati che sono rinvenibili nel nostro sito web, che abbiamo voluto rinnovare proprio quest’anno per rendere comprensibile ai cittadini, e a chiunque voglia capire, qual è lo stato dell’ambiente in Lombardia,  ma che contiene anche tutti i dati per chi fa ricerca scientifica e approfondimenti di carattere professionale.

Quindi tutto ciò che i nostri sistemi e  le nostre reti di monitoraggio conoscono viene messo a disposizione in tempo reale a chi ha bisogno di dati precisi, aggiornati, qualitativi che riguardano l’ambiente. Quindi è assolutamente fondamentale quest’opera di conoscenza: appena due giorni fa presso la Camera dei Deputati, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha presentato –  insieme al sistema nazionale per la protezione dell’ambiente – il primo rapporto del sistema nazionale, creato con una legge entrata in vigore poco più di un anno fa e che mette in rete anche tutte le realtà istituzionali come le ARPA e le agenzie provinciali insieme al soggetto istituzionale Ispra,  che è un ‘braccio’ del Ministero dell’ambiente.

In questo rapporto, che contiene i dati anche a livello nazionale ed è naturalmente pubblicato sul sito dell’Ispra, si apprende come lo stato delle acque in Lombardia sia messo un po’ meglio che nel resto d’Italia. Per esempio, per quanto riguarda lo stato ecologico dei laghi, a fronte di un dato per cui in Italia solo il 20 percento dei laghi raggiunge lo stato di buona qualità,  in Lombardia  siamo oltre il 60 per cento. Questo semplicemente per indicare un dato, ma è importante questo tipo di conoscenza.

Parlando per esempio di fitofarmaci  in agricoltura:  altre regioni presentano un dato zero come se i fitofarmaci non ci fossero nei loro campi perché semplicemente non viene monitorato. In Lombardia sono dieci anni che ARPA lo monitora, quindi è in grado di fornire anche una serie di informazioni che debbono e possono servire a chi fa altro tipo di ricerca. La grande sfida centrata nel convegno di oggi è proprio quella di esaminare ed affrontare il rapporto tra la qualità e lo stato del nostro ambiente, la qualità e lo  stato della nostra salute.

ARPA come agenzia per l’ambiente ha un perimetro definito:  questo volle il legislatore regionale più di vent’anni fa quando sancì che “ARPA non si occupa di salute”. Però io credo che la frontiera che probabilmente dovrà affrontare la nuova legislatura regionale e anche il nuovo parlamento è quella di aiutare il mondo pubblico, il mondo privato,  il mondo dell’associazione, il mondo  dell’accademia, il  mondo della società civile, a lavorare su questo tema, studiare e fare scelte che tengano presente il rapporto tra la qualità dell’ambiente e la salute.

ARPA produce ed è chiamata a fornire dati e numeri che per loro natura spesso sono freddi, ma io dico che i dati freddi devono servire a prendere decisioni calde. Quindi momenti come questo di conoscenza e di  formazione dentro le realtà associative sono assolutamente fondamentali perché devono poi portare a spingere questo tipo di iniziativa. Le scelte poi le fanno gli amministratori e la politica, noi come tecnici e  dirigenti pubblici siamo chiamati a fare bene il nostro pezzo di strada per mettere nelle condizioni più adatte chi deve fare  queste scelte.

In questi 2-3 anni ARPA ha sollecitato anche un orizzonte che fosse formativo e di educazione ambientale fin dai bambini: noi abbiamo voluto una collana fatta soprattutto di app,  quindi poca carta. Ma abbiamo anche una serie di libretti stampati dal titolo “Ambientiamoci” , con una parte formativa e di conoscenza, una parte  di gioco e una parte di applicazione al tema dell’acqua. Io ogni tanto riprendo questi libretti, si trovano online: queste app apparentemente semplici in realtà sono ricche di contenuti scientifici curati,  sono gratuite, piene di conoscenze e di informazioni di carattere tecnico-scientifico.

Come ente tecnico scientifico questo è il nostro ruolo dentro il sistema pubblico regionale: lo dico perché ognuno ha un figlio, un nipote, un parente da sollecitare su questi temi, anche se molto spesso sono i bambini stessi che ultimamente ci sollecitano l’attenzione su questi temi, in particolare sull’acqua. E’ un’iniziativa che ARPA ha interamente finanziato ma che vogliamo diventi un patrimonio di tutti i lombardi, non solo di quelli che oggi hanno già avuto la possibilità a scuola di intercettare questa nostra pubblicazione.

 Ritornando al Convegno, gli ambiti del programma di oggi in realtà saranno relazioni che guardano avanti: si occuperanno per esempio delle cosiddette sostanze ubiquitarie, inquinanti emergenti che non si conoscevano fino a qualche tempo fa e che da qualche anno, in particolare in Lombardia e Veneto, nell’ambito della  collaborazione inter-istituzionale tra agenzie, abbiamo iniziato a monitorare. Queste  famose sostanze, i PFAS, che noi abbiamo addosso perché sono le sostanze che impermeabilizzavano un certo tipo di giacche e  le pentole sono un inquinante ‘perfetto’  perché non lo si riesce praticamente a battere, va e si insinua dappertutto. Un’altra frontiera da affrontare conoscendola è quella del Bisfenolo A, legato ai prodotti che contengono i nostri alimenti.

Parlerete di agricoltura e dei rapporti tra agricoltura e cambiamenti, della meteorologia oggi: appunto in Veneto si inaugura uno dei punti di eccellenza di previsione nivometeorologico, simile al centro ARPA Lombardia a Bormio che si occupa del nivo-meteo, dello studio dei ghiacciai e dello Snow Water Equivalent (SWE), cioè del livello di acqua presente oggi nei ghiacciai, che si abbassa perché i ghiacciai  si stanno riducendo a causa dei cambiamenti del clima.

Con gli studi di glaciologia c’è ancora il tema del monitoraggio geologico di cui anche noi siamo parte con il  sistema di attenzione per quanto riguarda per esempio il canale del Seveso e del Lambro, nonché del monitoraggio geologico vero e proprio che noi facciamo anche per le oltre trenta frane in Lombardia con il nostro centro di Sondrio.

Ecco perché ho apprezzato molto l’invito ad aprire i vostri lavori e vi ringrazio: ho semplicemente voluto dare alla mia testimonianza il senso di una vicinanza delle istituzioni e in particolare dell’istituzione che in Lombardia si occupa di monitoraggi, controlli, di conoscenza dell’ambiente e per augurarvi davvero un buon lavoro e una proficua giornata affinché  a vostra volta possiate essere sempre degli attori con proposte: se il mondo pubblico e delle istituzioni non stabilisce continuamente questo contatto e questo rapporto con i cittadini, non recupera mai veramente la propria vocazione.

 

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