L’impronta idrica è, analogamente all’impronta ecologica, un importante indicatore della domanda di risorse naturali da parte dell’umanità.
Può essere definita come il volume totale di acqua dolce utilizzata da un singolo individuo, da una comunità o da un’azienda per produrre beni e servizi, misurata in termini di volumi d’acqua consumati (evaporati o incorporati in un prodotto) e inquinati per unità di tempo.
A sua volta, l’impronta idrica si scompone in tre diversi indicatori o componenti:
- Impronta idrica blu (o acqua blu): è l’acqua proveniente dai corpi idrici superficiali, quali fiumi, laghi, ecc., e dalle falde acquifere sotterranee. Questo indicatore quantifica il consumo (definibile come un prelievo che non torna intatto nello stesso luogo da cui è stato sottratto) di acque superficiali e sotterranee di un determinato bacino.
L’acqua blu può provenire da fonti rinnovabili o non rinnovabili; appartiene alla prima categoria l’acqua, di superficie o di falde sotterranee, che vengono ricostituite dalle precipitazioni o dallo scioglimento delle nevi, il cui uso sarà definito “non sostenibile” se supererà la soglia di rigenerazione naturale.
L’acqua blu non rinnovabile è invece quella quantità di acqua proveniente da falde acquifere “fossili”, con una capacità minima di rigenerazione naturale, costituitasi in migliaia d’anni e che, se utilizzata, non potrebbe essere ricostituita se non in un periodo di tempo analogo.
- Impronta idrica verde (o acqua verde): è l’acqua piovana contenuta nelle piante e nel suolo sotto forma di umidità, senza essere parte di nessuna risorsa idrica di superficie o corpo idrico sotterraneo e si riferisce principalmente all’acqua evapo-traspirata per un utilizzo agricolo.
- Impronta idrica grigia (o acqua grigia): è l’acqua inquinata dai processi produttivi, quantificabile come il volume di acqua necessario per diluire gli inquinanti al punto che la qualità delle acque torni sopra gli standard di qualità.
I tre indicatori incidono in modo diverso sul ciclo idrogeologico: il consumo di acqua verde, ad esempio, esercita un impatto meno invasivo sugli equilibri ambientali rispetto al consumo di acqua blu.
L’impronta idrica media individuale, su scala mondiale, è pari a 3.795 litri d’acqua per individuo al giorno (Water Footprint Network, 1996 – 2005), così distribuiti:
- Acqua blu: 420 litri
- Acqua verde: 2.782 litri
- Acqua grigia: 593 litri
In Italia l’impronta idrica media individuale è di 6.309 litri a persona al giorno (Water Footprint Network, 1996 – 2005); è bene ricordare che, di questa quantità, solo 175,4 litri (ISTAT, 2012) provengono dall’uso domestico (il 2,7% del totale); il resto, non visibile direttamente, corrisponde alla quantità d’acqua necessaria a produrre tutto ciò che utilizziamo tutti i giorni (carta, vestiti, cotone, energia…) e, soprattutto, ciò che mangiamo.
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