Riflessioni sul webinar “Alla ricerca dell’acqua” di Carlo Alberto Rinolfi (*)
Dal recente webinar organizzato da Mondohonline con l’Istituto Rizzoli il 14-12-2021 sono emerse alcune sorprendenti verità che sono andate oltre le aspettative degli organizzatori.
L’intento era di scandagliare i diversi modi che ha la città di convivere con l’acqua.
Lo scenario di riferimento era quello di Un ICEBERG: un’acqua che nel contempo è ghiaccio e aria e soprattutto enormità non visibile in superficie, a sua volta contenuta nell’immensità di un oceano sconfinato: è la metafora di tutto ciò che non si lascia facilmente “misurare”. Al suo fianco Due MANI a rappresentare l’acqua che non si lascia prendere e stringere dalla volontà umana, ma la avvolge e la penetra a ricordarci che anche quelle mani accoglienti sono per il 99% costituite da molecole di acqua.
Da queste premesse, il webinar è partito alla ricerca nel vissuto cittadino dell’acqua nascosta giocando su tre differenti piani: l’emozionale-culturale evidenziato dai ragazzi ; il cognitivo-ecoscientifico proposto dai docenti universitari e il tecnologico-economico–produttivo rappresentato da un imprenditore del settore.
Sono così entrati in campo differenti linguaggi, età e professioni sotto il segno dell’Acqua. È stato come se ci fossero contemporaneamente tre webinar in uno e il primo è stato per certi aspetti il più inedito di tutti.
Essendo vissuti sin dall’infanzia in compagnia di uno smartphone, i ragazzi della seconda B dell’Istituto Rizzoli sono da sempre on life, ovvero connessi on line e off line senza alcuna discontinuità. Appartengono alla “True Generation” in costante ricerca della veridicità e autenticità delle informazioni, che genera in loro la voglia di manifestare liberamente i propri sentimenti e di comprendere per vie non verbali la genuinità e sincerità delle persone che li circondano. Sono alla ricerca di modi di espressione personali autentici; non gradiscono definirsi in un solo modo univoco e tendono a non distinguere tra amici incontrati online e quelli del mondo fisico. La loro comunità online ha importanza analoga alla compagnia di amici di prossimità. Si connettono tra di loro chattando e interagendo in continuazione per i video più divertenti e seguono influencer non famosi che spesso diventano virali. Si interessano alle verità altrui, vogliono confrontarsi e parlarne e tendono a essere sempre ancorati a evidenze realistiche.
Sono questi i ragazzi della seconda B che, per la regia di Federico Osmo Tinelli con l’aiuto del corpo docente Rizzoli, sono entrati nel mondo cinematografico ciascuno con la propria personalità che emerge in una playlist di oltre due ore, la cui sintesi è stata presentata nel webinar. Sono loro a regalarci il loro vissuto emozionale in una avvincente carrellata di 31 video personalizzati avvolti da altrettanti sottofondi musicali appropriati.
Posti di fronte al tema dell’acqua in modo inusuale, hanno fatto emergere subito una diffusa difficoltà nell’attribuire un valore economico all’acqua: una non conoscenza presente, seppur in misura differente, a tutta la città, ma che in loro è risultata fortemente influenzata dallo stereotipo dell’acqua minerale acquistata nel supermercato.
Ma quando sono entrate in campo le risposte qualitative, ci si è trovati in un mondo caratterizzato da diversi modi di vivere l’acqua dai quali ne emergono almeno tre :
Per identificazione secondo una scala emozionale che si distribuisce tra i poli opposti di “amore e indifferenza”.
Si inizia con chi la ama sino a “sentirsi e acqua” e diventare “persona libera” sotto la pioggia, si prosegue con chi la vive come “momento di relazione con il sé e gli amici” sotto la doccia, per arrivare a chi si altera quando la “vede sprecare” e a chi vi si immerge “in piscina per nuotare” avendo però paura dei fondi non artificiali dei fiumi o dei mari, infine si giunge al polo opposto di chi la usa “solo per lavorare” e chi ne “è del tutto indifferente”.
Con il senso dello strano e del rimosso: su un piano che non è solo emozionale, emergono due spunti inattesi per intensità e suggestione: “l’acqua che rispecchia e che diventa fiore”.
Si richiama così un carattere peculiare quasi mai considerato che la rende “lucida”, unica, brillante e rifrangente come lo sono i diamanti più preziosi o gli specchi esposti al sole, e nella quale ci si può rispecchiare. L’acqua che diventa meraviglia e fiore sembra invece uscire dai confini tracciati dalla biologia per assumere la dimensione quasi magica delle metamorfosi di un liquido privo di forma e incolore che scompare per rinascere nella variopinta bellezza di un giglio o di una margherita. Di segno analogo ma con significato opposto è la percezione presente solo in una intervista (e quindi probabilmente appartenente a un rimosso collettivo) che l’acqua non sia solo quella “pulita” che appare in superficie, ma che provenga dalla terra in cui gli “scarti dell’umanità” si mescolano con la sporcizia nelle reti fognarie.
Con la consapevolezza della sua necessità che oscilla tra i poli di “vitale necessità e atavico timore”.
E’ l’acqua che manifesta la sua forza e importanza vitale per la vita non solo umana. Vi ritroviamo da un lato le drammatiche esperienze di scarsità vissute in America Latina da città abbandonate e in Sud Africa per carenza da siccità, dall’altro quelle più legate alle attività di allevamento e di tipo agrocolturale delle fattorie turche. Tutti casi che fanno emergere il volto più potente ed essenziale dell’acqua per la sopravvivenza delle comunità locali. I punti di vista si differenziano poi tra chi percepisce l’impotenza del non vedere come poter intervenire con soluzioni efficaci su un problema così globale e chi ne ha un’esperienza di astinenza periodica legata alla sua religione islamica, nata non a caso nel deserto. Fanno da cornice generale alcune interviste sul miglior modo di comunicare il tema, che convergono sulla preferenza per un approccio emozionale, amicale e virale rispetto a quello scolastico tradizionale. Sembra qui di intravvedere due forme di linguaggio apparentemente incompatibili tra loro.
Da un lato quello dinamico e rizomatico¹ tipico degli ipertesti visivi, che col semplice tocco di una icona sullo schermo fanno entrare in mondi inattesi, e dall’altro quello più statico e costruito della scrittura consequenziale che segue una logica lineare; quest’ultimo risulta meno attraente e ormai meno utile del primo, al quale Generazione Zeta è nata, e sembra riportare narrazioni sul cambiamento climatico il cui senso è ormai acquisito ma che non innescano alcun comportamento attivo né tanto meno un coinvolgimento emotivo tra gli amici e “raga followers”.
Ai loro colleghi di tutte le scuole è dunque dedicato il trailer ora disponibile sul canale Youtube di Mondohonline
Al termine del webinar riaffiora il desiderio di trovare soluzioni per intervenire nei paesi più poveri di acqua, chiarire la relazione con le variazioni del clima e comprendere la differenza tra l’acqua che scorre nel rubinetto rispetto a quella che si acquista al supermercato.
Il webinar è proseguito quindi su un registro differente: quello più cognitivo–razionale delle nuove scienze multidisciplinari le cui relazioni sono disponibili per i singoli campi di competenza che riguardano : l’ Agroecologia (Stefano Bocchi), la Geologia ambientale (Laura Scesi ), la Biologia marina (Claudia Sorlini), l’Economia circolare (Giuseppe Santagostino), la Politica con il punto di vista di Milano Città – Elena Grandi, Assessore Ambiente e Verde, Comune di Milano.
Carlo Alberto Rinolfi, (*) Presidente Mondohonline
Chi desiderasse accedere a tutto il webinar può far riferimento anche alla home page di Mondohonline.
¹) L’avvento dell’ info-mondo web rappresenta l’affermazione in tutto il l pianeta del linguaggio visivo-rizomatico su quello basato sulla scrittura nato circa 3000 anni fa. A differenza del linguaggio scritto su supporti fisici, quello del web non obbliga a seguire una direzione di pensiero prefissata, segnala concatenazioni e lascia liberi di creare connessioni, permette il passaggio da un piano all’altro del narrato con una navigazione mobile, multidirezionale, flessibile e in continua evoluzione, in modo cioè rizomatico”. Il termine rizoma significa rigonfiamento, deriva dalla botanica e sta ad indicare la natura plurima di alcune piante erbacee che in superficie si manifestano con un fusto o un fiore e a livello sotterraneo sono dei tuberi con radici e capacità di generare altri fusti. E’ la metafora del pensiero in grado di stabilire connessioni produttive in qualsiasi direzione e di avere una riserva di possibilità nascoste sotto la prima immagine che appare.
Davvero iniziativa interessante, molto bravi i ragazzi a cui vanno i miei complimenti.
Interessante
Vado di getto , d’istinto e di emozione , la parte tecnico scientifica ed ecologica , che pure sono di fondamentale importanza , le lascio alle persone qualificate .
Dico che l’acqua la percepisco simile all’amore , entrambi inafferrabili e vitali , fondamentali per e nella vita di umani , animali , vegetali. Che sia trasparente oppure torbida , mare , fiume, lago , pioggia ci invade e ci pervade , ci costituitisce in ogni cellula. Che sia pianto o nebbia , rugiada o neve , non possiamo vivere senza l’acqua , e così come per l’amore in senso universale , dobbiamo averne massima cura .
I miei complimenti per la bella iniziativa , e soprattutto grazie alle generazioni del futuro , con l’augurio e la speranza che sappiano fare molto meglio e molto più di quello che abbiamo fatto noi .
Bellissima iniziativa, assolutamente d sostenere!