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Prima la governance poi i mercati: lezioni dalla pandemia Covid-19

 

Vista aerea di un incrocio a Città del Messico

 

 

–  di Louis Meuleman (*),  editing di Giuseppe Longhi (**)

Punti Salienti

Dobbiamo riaffermare il ruolo centrale di un settore pubblico efficace, reattivo e capace nel rispondere ai bisogni della società, in modo resiliente e tempestivo.

Per l’implementazione degli SDG (Sustainable Development Goals) la governance dovrebbe essere contestuale, adattiva e resiliente.

L’Agenda 2030 è una buona tabella di marcia per guidare gli investimenti sostenibili.

Siamo ancora nel mezzo della prima pandemia di questo secolo, ma non è mai troppo presto per trarre lezioni sulla governance e capire come possono essere utilizzate per favorire le transizioni sociali promosse dall’Agenda 2030. Tre prime lezioni riguardano: il valore di un efficace settore pubblico, l’importanza di una governance culturalmente sensibile e la fattibilità di un cambiamento trasformativo.

Stiamo riscoprendo il settore pubblico

La prima osservazione non è una grande sorpresa. I paesi con un settore pubblico funzionante, che offre servizi sanitari per tutti, sono meglio attrezzati per affrontare la pandemia, rispetto ad altri che hanno privatizzato l’assistenza sanitaria. L’assistenza sanitaria basata sul mercato utilizza la stessa strategia delle società di vendita al dettaglio, vale a dire consegne puntuali, scorte limitate e alta dipendenza dalla logistica. Questo spiega perché molti ospedali non dispongono di scorte di emergenza di indumenti protettivi e maschere facciali.

Inoltre, nei sistemi sanitari privatizzati manca una visione a lungo termine. L’austerità seguita alla crisi finanziaria globale del 2008 ha aggravato la situazione: in diversi paesi è stata abolita la pratica del fare previsioni a lungo termine e del fare ricorso a consulenti indipendenti che preparano i governi a “pensare l’impensabile“. 

Nel frattempo la globalizzazione ha aumentato la probabilità e la vulnerabilità alle catastrofi globali e ha diminuito la resilienza di molte economie. Inoltre, come hanno osservato il CEPA delle Nazioni Unite dal punto di vista politico e Mariana Mazzucato  dal punto di vista economico, per decenni abbiamo sottovalutato il ruolo del settore pubblico. Il mantra del “meno governo” ha comportato una pubblica amministrazione e servizi pubblici meno efficaci e disprezzo per il valore creato dal pubblico. Mariana Mazzucato chiede di ripensare il ruolo delle politiche e del settore pubblico e di ridefinire il modo in cui misuriamo il valore nelle nostre società.

Quindi, la prima lezione riguarda la necessità di riaffermare il ruolo centrale di un settore pubblico efficace, reattivo e capace nel rispondere ai bisogni della società costruendo la resilienza e affrontando le crisi quando si presentano.

Una governance efficace è contestualizzata

La seconda lezione riguarda l’efficacia una governance pubblica contestualizzata. Anche questa non è una grande sorpresa. Anche i mercati sono sensibili al contesto, ma per uno scopo diverso (ad es. per rilevare specifici segmenti di mercato e flussi di entrate). I governi devono essere sensibili ai valori e alle tradizioni nazionali. Come Monika Sie ha osservato nel quotidiano olandese NRC del 20 marzo 2020, i cittadini in Cina hanno reagito diversamente al virus rispetto ai Paesi Bassi. Nella cultura collettivista della Cina, le persone indossano maschere per proteggere gli altri, mentre nella cultura individualista olandese, le persone indossano le stesse maschere per proteggere se stessi – o non le indossano affatto. Allo stesso modo, le persone in Cina accettano regole severe più facilmente che in paesi come i Paesi Bassi. Le politiche dei diversi governi colpiti dal virus in questo momento stanno sfruttando queste differenze culturali, (ampiamente studiate da Geert Hofstede con il modello Cultural Compass), concentrandosi, ad esempio nel caso di Cina e Paesi Bassi, rispettivamente sulla responsabilità collettiva nei paesi asiatici e sulla responsabilità individuale nei Paesi Bassi. Gli olandesi chiamano il loro limitato lockdown “distanza sociale intelligente”, perché nella loro cultura è considerato intelligente essere individualisti. Forse per compensare questo, lo slogan nazionale Covid-19 è “Solo insieme possiamo vincere”.

La lezione, in coerenza con l’implementazione degli SDG, è che la governance dovrebbe essere contestuale, adattiva e resiliente, come illustrato dalla teoria e dalla pratica della metagovernanza. Per restare al precedente esempio, il governo cinese e quello olandese pensano di raggiungere i loro obiettivi usando metodi profondamente diversi.

Una rapida trasformazione sistemica è possibile

La terza lezione è che è possibile in ogni paese una trasformazione sistemica rapida e senza precedenti, a condizione che i termini della crisi siano chiaramente inquadrati e sentiti diffusamente. Un disastro richiede accettazione dello stile di comando della leadership e capacità di controllo da parte della stessa (nei paesi individualisti con guanti morbidi per “coccolare il dolore”). Questo stile di leadership sta emergendo nelle risposte a Covid-19, sebbene non sostituisca approcci collaborativi. 

Improvvisamente, i governi sono pronti a liberare enormi fondi per il sostegno e la ripresa socio-economica durante e dopo i blocchi provocati dal corona. Questi investimenti dovrebbero essere utilizzati per sviluppare nelle società e nelle loro economie una più alta resilienza agli shock dirompenti.

L’Agenda 2030 è una buona tabella di marcia per guidare tali investimenti sostenibili. Anche gli investitori privati ritengono che questo sia un approccio intelligente: dall’inizio della crisi del corona, i fondi azionari sostenibili nel complesso sono andati meglio dei loro concorrenti convenzionali.

Siamo a un bivio

Non possiamo permetterci che i finanziamenti legati a Covid-19 supportino un futuro non sostenibile. Prendere decisioni sbagliate ora peggiorerà in modo irrimediabile i danni già causati dai ritardi nel raggiungimento degli obiettivi dei SDG-2030. Ritorneremmo indietro di anni, si interromperebbero le tendenze virtuose emerse in materia di finanziamento, bilancio e appalti sostenibili. Questo è un rischio reale. Durante la crisi del 2008 abbiamo visto quanto potenti attori finanziari ed economici globali siano stati in grado di mobilitarsi contro il cambiamento strutturale delle loro pratiche ’as usual’ (insostenibili). Ugualmente, gli interessi acquisiti che difendono l’economia del carbonio sono diventati molto rapidi nell’organizzare processi di comunicazione e a fare lobby contro investimenti sostenibili e – in Europa – il Green Deal europeo.

Remare contro l’Agenda per la sostenibilità sarebbe in netto contrasto con l’accelerazione della sua applicazione. Ciò comporterebbe non solo elevati costi umani, ma metterebbe anche a rischio la continuità dell’accordo di Parigi e gli impegni a sostegno dei paesi meno sviluppati.

Per concludere, occorre andare al di là dei mercati per realizzare cambiamenti sostenibili. Speriamo che il blocco del virus corona dia ai decisori tempo sufficiente per riflettere sulle conseguenze a lungo termine delle loro azioni.  Il Comitato di esperti delle Nazioni Unite sulla pubblica amministrazione (CEPA), il Comitato delle Nazioni Unite per la politica di sviluppo (CDP ), gli Stati membri delle Nazioni Unite e le parti interessate, possono approfondire la breve analisi di questo articolo e sono graditi contributi per definire un percorso accelerato e trasformativo del settore pubblico ora e per il nostro futuro.

 

Pubblicato il 7 aprile 2020 da: International Institute for Sustainable Development- SDG Knowledge Hub

(*) Membro del Comitato ONU per la Pubblica Amministrazione (CEPA), Prof. alle Università di Leuven, Wageningen e Boston

(**) Urbanista  – Docente  Universitario

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